"ITC AS A TOOL FOR INTERCULTURAL AND MEDIA EDUCATION"
from the 19th to the 24th February 2018
CREF Sesimbra
Centro de Recursos Educativo de Formaçào
Prof.sse F. Brunone e C. Signorini
CREF Sesimbra
Centro de Recursos Educativo de Formaçào
Prof.sse F. Brunone e C. Signorini
Programma
Monday, 19th February 2018
09:15 h. Welcome meeting at hotel Melia Capuchos conference room
09:30 h. Self-presentation by participants
11:15 h. Producing a digital book based on a practical exercise, by prof. Vítor Costa, from CREF Education
14:15 h. The computer as a tool in teaching and learning (“The Cloud computing”)
by prof. Sandra Fradão, from the University of Lisbon.
16:30 h. Practical work: the computer as a tool in teaching and learning
(“The Cloud computing: virtual pen, google drive, padlet, animoto, ,…)
17:30 h. Synthesis of the work done
Tuesday, 20th February 2018
09:15 h. Departure to CREF institution by car
09:30 h. Innovative Teacher – Motivated Student: Collaborative Problem Solving
by prof. Églé Vaivadiené, from Ugdymo Pletotes Centras, from Vilnius, Lithuania
11:30 h. a) Intercultural competence b) The cultural dimensions of globalization,
by prof. Vítor Costa, from CREF Education
14:15 h. Departure to Sintra : Sintra old town and visit to Roca Cape (The western point in Europe)
18:30 h. Departure to Cascais
21:30 h. Return to the hotel by bus
Wednesday, 21th February 2018
09:15 h. Departure to Boa Água groupment of schools in Quinta do Conde (students from 34 nationalities).
10:00 h. Study visit to the Basic school and observation of different classes, including
“Tablets project classes and Future Classroom methodology of teaching”, by prof. Nuno Mantas
(Director of the Groupment of schools Boa Água).
11:15 h. Lets talk about Mobile Devices in Education
by prof. Églé Vaivadiené, from Ugdymo Pletotes Centras, from Vilnius, Lithuania
14:15 h. Departure to Secondary school Manuel Martins, in Setúbal
15:00 h. Visit to the “Future Classroom Lab” . Training activity lesson by prof. Carlos Cunha, Microsoft trainer
16:30 h. Reflection about the work done and debate about the
“Future Classroom methodology of teaching”.
17:00 h. Departure to Sesimbra by bus, and visit to the old town.
22:00 h. Return to the hotel by car.
Thursday, 22nd February 2018
09:15 h. Departure to the CREF institution
09:30 h. a) The management of cultural diversity in education
b) In-depth study of cultural diversity in an international education context
prof. Vítor Costa, from CREF Education
11:15 h. Creativity and Innovation in the Classroom, summarizing strategies, including practical exercises,
by prof. Églé Vaivadiené, from Ugdymo Pletotes Centras, from Vilnius, Lithuania
14:00 h. Departure to Lisbon by bus
14:30 h. Discovering Lisbon by yourself: pedi-paper in Lisbon, with participants divided by groups and
mobile phone application.
20:00 h. Final meeting point (All group) at José Saramago museum, Lisbon.
23:00 h. Return to the hotel by bus
Friday, 23th February 2018
09:15 h. Meeting at the hotel conference room
a) Preparing materials for the final group presentation
(A lesson about intercultural education using, at least a new tool offered during the course).
11:15 h. b) Preparing materials for the final group presentation .
14:30 h. c) Presentation of practical implication of intercultural and media education in teaching and learning process
(Group work, final presentations).
16:00 h. Final evaluation of the work done
Saturday, 24th February 2018
09:30 h.. Departure to Modern Lisbon by car
10:00 h. Visit to Oceanarium and Parque das Nações
14:00 h. Departure to the hotel by car
Lunedi 19 Febbraio 2018
La prima giornata del nostro corso è cominciata con la presentazione dei vari partecipanti provenienti da alcune nazioni europee quali Polonia, Germania, Spagna, Croazia e Italia. Ciascun gruppo ha presentato il proprio paese di origine, la propria scuola e i numerosi progetti attivati.
La prima giornata del nostro corso è cominciata con la presentazione dei vari partecipanti provenienti da alcune nazioni europee quali Polonia, Germania, Spagna, Croazia e Italia. Ciascun gruppo ha presentato il proprio paese di origine, la propria scuola e i numerosi progetti attivati.
La presentazione del nostro progetto Erasmus Plus
I nostri colleghi europei
"WORLD WILL BE OUR CLASSROOM"
" Il mondo sarà la nostra classe"
L'intervento della Professoressa Sandra Fradào dell'Università di Lisbona si è concentrato sul dimostrare quanto le tecnologie, in particolare l'accessibilità alla rete, possano essere un valido strumento per insegnare ed imparare.
Cosa possiamo fare con le tecnologie?:
" Il mondo sarà la nostra classe"
L'intervento della Professoressa Sandra Fradào dell'Università di Lisbona si è concentrato sul dimostrare quanto le tecnologie, in particolare l'accessibilità alla rete, possano essere un valido strumento per insegnare ed imparare.
Cosa possiamo fare con le tecnologie?:
- Rendere insegnanti, studenti e comunità in grado di interagire più facilmente
- Connettere le scuole con diverse realtà e culture
- Migliorare le situazioni di apprendimento
- Ottenere le informazioni e le notizie più recenti
- Preparare gli studenti ai continui cambiamenti della società
Comunicazione, collaborazione , pensiero critico e creatività
sono le nuove competenze del 21° secolo tutte raggiungibili grazie all'utilizzo delle TIC
Le tecnologie a servizio della comunicazione e dell'integrazione.
Le risorse digitali consentono approcci e modalità di lavoro coinvolgenti e motivanti, ma perché gli insegnanti hanno ancora delle riserve rispetto al loro utilizzo? Forse vale la pena uscire da un'ambiguità di fondo: le tecnologie sono uno strumento non il fine del lavoro educativo! Sono in grado di offrire stimoli, creare un clima favorevole allo scambio e alla cooperazione tra i ragazzi ma anche tra i ragazzi e gli insegnanti.
Le risorse digitali consentono approcci e modalità di lavoro coinvolgenti e motivanti, ma perché gli insegnanti hanno ancora delle riserve rispetto al loro utilizzo? Forse vale la pena uscire da un'ambiguità di fondo: le tecnologie sono uno strumento non il fine del lavoro educativo! Sono in grado di offrire stimoli, creare un clima favorevole allo scambio e alla cooperazione tra i ragazzi ma anche tra i ragazzi e gli insegnanti.
Le risorse digitali sono molto efficaci quando ad essere coinvolti nel gruppo classe sono ragazzi che provengono da culture, lingue, vite diverse ed hanno bisogno di trovare un codice comunicativo inclusivo ed accogliente. Le metodologie inclusive partono dalla convinzione che prima si accolgono le persone e poi si integrano le loro conoscenze nella cultura di arrivo; si accoglie un ragazzo portatore di vissuti ed esperienze e lo si aiuta a rendere il suo bagaglio,talvolta pesante, aperto ad inserire il nuovo che arriva...una lingua, un contesto sociale e culturale, altre persone...
Martedì 20 Febbraio
Il gruppo Erasmus davanti alla sede del CREF, ente ospitante.
Il gruppo Erasmus davanti alla sede del CREF, ente ospitante.
Schemi per rappresentare persone in movimento...ma anche stereotipi che sopravvivono alla realtà
Mercoledì 21 Febbraio
VISITA ALL'AGROUPAMENTO DE ESCOLAS DA BOA AGUA IN QUINTA DO CONDE
La scuola si trova nel villaggio di Quinta do Conde ed è nata nel 2009. Ha 4 scuole con studenti dalla scuola materna (3 anni) alle scuole superiori (15 anni). Il 4.4 % è rappresentato da studenti non portoghesi.
VISITA ALL'AGROUPAMENTO DE ESCOLAS DA BOA AGUA IN QUINTA DO CONDE
La scuola si trova nel villaggio di Quinta do Conde ed è nata nel 2009. Ha 4 scuole con studenti dalla scuola materna (3 anni) alle scuole superiori (15 anni). Il 4.4 % è rappresentato da studenti non portoghesi.
Ci accoglie in jeans e maglione e ci accompagna nella visita il Preside il Professor Nuno Mantas considerato un pioniere della sperimentazione di una didattica per progetti che sfugge dal modello classico di insegnamento e che sta avendo un grande successo.
La scuola infatti è uno dei vari istituti del paese scelti dal Ministero della Pubblica Istruzione per ricevere il Progetto di innovazione pedagogica (PIP). Questo progetto consente alle scuole di avere carta bianca per testare modelli sperimentali di insegnamento per rafforzare l'autonomia delle scuole al fine di prevenire l'abbandono scolastico e promuovere il successo scolastico di tutti i bambini e i giovani.
Nuno Mantas hanno approfittato della "carta bianca" e ha deciso di cambiare completamente sia l'organizzazione della scuola, sia la metodologia didattica nelle classi adottando anche le tecnologie come strumento di apprendimento.
La novità che più ci colpisce è che le materie scolastiche non esistono, o meglio non vengono affrontate con il metodo classico. Il lavoro in classe si svolge per progetti. Gli studenti vengono posti difronte a problemi reali, stimolati a scegliere percorsi opportuni per risolverli e ad operare concretamente fino ad ottenere il risultato finale. In questo contesto la figura dell’insegnante esce dall'ambito strettamente disciplinare ed assume il ruolo più socratico di consigliere-coordinatore del lavoro.
La scuola infatti è uno dei vari istituti del paese scelti dal Ministero della Pubblica Istruzione per ricevere il Progetto di innovazione pedagogica (PIP). Questo progetto consente alle scuole di avere carta bianca per testare modelli sperimentali di insegnamento per rafforzare l'autonomia delle scuole al fine di prevenire l'abbandono scolastico e promuovere il successo scolastico di tutti i bambini e i giovani.
Nuno Mantas hanno approfittato della "carta bianca" e ha deciso di cambiare completamente sia l'organizzazione della scuola, sia la metodologia didattica nelle classi adottando anche le tecnologie come strumento di apprendimento.
La novità che più ci colpisce è che le materie scolastiche non esistono, o meglio non vengono affrontate con il metodo classico. Il lavoro in classe si svolge per progetti. Gli studenti vengono posti difronte a problemi reali, stimolati a scegliere percorsi opportuni per risolverli e ad operare concretamente fino ad ottenere il risultato finale. In questo contesto la figura dell’insegnante esce dall'ambito strettamente disciplinare ed assume il ruolo più socratico di consigliere-coordinatore del lavoro.
Le altre modifiche adottate dalla scuola per migliorare non solo l'apprendimento degli studenti ma anche i risultati accademici e le abilità personali e sociali riguardano la realizzazione degli " Edulab "aule con sistemi tecnologici integrati di hardware, software e piattaforme educative. Tali aule, secondo Mantas, hanno avuto un impatto molto positivo sui risultati degli studenti in quanto favoriscono il lavoro collaborativo e metodologie interattive in classe. Il grande valore aggiunto del progetto sono state le altre competenze che ora sono inserite nel profilo dello studente, disegnato dal Ministero della Pubblica Istruzione: comunicazione, padronanza delle lingue straniere, lavoro di squadra, capacità di problem solving. Gli alunni sono molto più bravi in tutte queste abilità che non rientrano nel curriculum tradizionale.
Ultima novità introdotta da Mantas nella sua scuola è la flessibilità del curriculum per ogni studente. Per gli alunni che sono a rischio di non completare la loro istruzione perché stati bocciati anche più di una volta viene creato un curriculum personalizzato con il quale gli studenti possano ripetere solo le discipline in cui sono stati bocciati. Questa personalizzazione del curriculum è riuscita a dare una buona risposta nel recupero degli studenti con un profilo di debole autonomia e difficoltà di integrazione nel modello tradizionale di scuola. "Nessuno è lasciato indietro" nella scuola di Boa Agua
Un altro programma interessante lanciato dal Ministero dell'Istruzione e della Cultura che ci ha colpito molto è l'installazione e lo sviluppo di biblioteche nelle scuole pubbliche a tutti i livelli, fornendo loro il supporto tecnico e pedagogico necessario. La presenza in ogni biblioteca di un insegnante-bibliotecario il cui ruolo è quello di organizzare e promuovere la biblioteca come un ambiente di conoscenza delle informazioni per l'apprendimento; creare iniziative centrate sulla lettura, sull'alfabetizzazione informatica, sulla tecnologia dell'informazione e comunicazione. La scuola di Boa Agua possiede 3 biblioteche con più di 9000 testi /DVD, computer con accesso ad internet con una media di 180 libri prestati al mese
Rientra nelle attività della biblioteca la realizzazione e promuovere attività di integrazione Interculturale. La scuola aderisce al Programma PLNM (Portoghese per stranieri) che permette agli stranieri lo sviluppo di abilità linguistiche portoghesi e la loro auto integrazione nel sistema scolastico portoghese. Gli studenti vengono valutati quando arrivano alla scuola e iniziano a imparare il portoghese in uno dei 3 possibili livelli. Numerose sono le attività che si svolgono in biblioteca per promuovere l'integrazione, tutte legate anche alla lettura: story-telling in varie lingue di alunni, insegnanti e genitori riguardanti storie, tradizioni, leggende dei propri paesi di origine, letture di poesie d'amore nel giorno di San Valentino.
VISITA ALLA "FUTURE CLASSROOM" NELLA SCUOLA SUPERIORE DOM MANUEL MARTINS di SETUBAL
La nostra visita alla scuola superiore D.M.Martins nel comune di Setubal ha avuto lo scopo di conoscere e osservare la "Sala da aula do Futuro" ovvero la "FCL Future Classrom Lab" progetto sperimentale avviato da European Schoolnet una una rete di 34 ministeri europei dell'istruzione (tra cui l'Indire), con sede a Bruxelles tutti accomunati dalla volontà di trasformare l’istruzione in Europa e migliorare l’insegnamento e l’apprendimento anche attraverso l’introduzione, nella quotidianità didattica, delle tecnologie e dei linguaggi digitali.
La Future Classroom prevede la ridefinizione degli spazi scolastici da un punto di vista spaziale, concettuale ed operativo, sulla base delle opportunità che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione offrono.
L'aula dedicata al Future Classroom Lab è stata riorganizzata in zone di apprendimento, equipaggiate di strumentazioni tecnologiche e divise in:
L'aula dedicata al Future Classroom Lab è stata riorganizzata in zone di apprendimento, equipaggiate di strumentazioni tecnologiche e divise in:
- Presentazione: è una zona di presentazione del problema iniziale così come il risultato ottenuto dopo aver lavorato su di esso;
- Investigazione (scoperta e ricerca): in questa zona vengono effettuate le indagini necessarie per risolvere il problema proposto;
- Creazione (immaginazione e esplorazione): in questa zona gli studenti possono creare una presentazione dei risultati ottenuti, utilizzando il video editing o le varie apparecchiature multimediali disponibili per questo scopo;
- Sviluppo (analisi e pianificazione): in questa area più informale, gli studenti possono fare ricerche autonome e / o individuali, riunioni del loro gruppo di lavoro per discutere le strategie per affrontare il problema o la comunicazione dei risultati.
- Collaborazione (supporto e scambio): in quest'area si può fare ricerca e creazione del prodotto finale da presentare, utilizzando una lavagna interattiva e internet.
L'apertura e il funzionamento di questa aula alla Dom Manuel Martins ha avuto essenzialmente come obiettivo principale quello di favorire la motivazione allo studio e migliorare gli apprendimenti degli loro studenti.
La Dom Martins, infatti, presenta una alta percentuale di studenti con scarsa motivazione allo studio con conseguente deficit di apprendimento e scarsi risultati agli esami nazionali ma che mostrano, tuttavia, un forte interesse per le attività di natura pratica.
Per questi studenti una metodologia non basata su metodi tradizionali di insegnamento, ma sulla risoluzione contestualizzata dei problemi, utilizzando le nuove tecnologie dell'informazione, in un ambiente più informale, rappresenta un valore aggiunto nella loro motivazione e apprendimento.
La Dom Martins, infatti, presenta una alta percentuale di studenti con scarsa motivazione allo studio con conseguente deficit di apprendimento e scarsi risultati agli esami nazionali ma che mostrano, tuttavia, un forte interesse per le attività di natura pratica.
Per questi studenti una metodologia non basata su metodi tradizionali di insegnamento, ma sulla risoluzione contestualizzata dei problemi, utilizzando le nuove tecnologie dell'informazione, in un ambiente più informale, rappresenta un valore aggiunto nella loro motivazione e apprendimento.
Tuttavia, l'uso di queste metodologie implica un alto grado di motivazione e formazione da parte degli insegnanti della scuola non solo nella conoscenza e utilizzo delle nuove tecnologie ma soprattutto per quanto riguarda nuove strategie di insegnamento.
Il perfetto insegnante del 21°secolo: sempre connesso e nello zaino oltre ai libri, cavi pc, audio, video, usb ecc.
La realtà aumentata: nuova frontiera per la didattica
THE INTERNATIONAL BASIS FOR INTERCULTURAL EDUCATION including ANTI-RACIST AND
HUMAN RIGHTS EDUCATION
A selection of articles from relevant documents, adopted by the governments of member states
of the United Nations, UNESCO, the Organisation on Security and Co-operation in Europe, and the Council of Europe
PREFACE
The demographic and cultural composition of societies is rapidly changing as a result of greater mobility of peoples and persons. Ethno-centrism, racism and xenophobia constitute a serious threat to the life and well-being of many societies and to the dignity and worth of human beings. Governments and international organizations, notably the United Nations and the Council of Europe, have repeatedly stated in imperative terms that the speedy and comprehensive elimination of all forms of racism and racial discrimination, xenophobia and related intolerance is a priority. In this framework the role of intercultural education is of crucial importance and should be promoted by all available means with the aim to fostering tolerance, understanding and respect among peoples, groups and individual persons.
Many international documents, building upon the philosophy and the contents of the Universal Declaration of Human Rights, give further content to the common standards proclaimed in this Declaration and stress teaching and education as effective means to shape these standards into reality. It is unfortunate that most of these international texts are not sufficiently known and are largely ignored. It is the great merit of this publication, designed and compiled by Pieter Batelaan and Fons Coomans, that it envizages filling this gap of ignorance and neglect.
From the perspective of the need for, and the great potential of, intercultural education, Batelaan and Coomans have made a comprehensive compilation of relevant articles from documents, adopted and subscribed to by member governments of the United Nations, UNESCO, the Organisation on Security and Co-operation in Europe, and the Council of Europe. Moreover, in order to convey the message that these instruments not only reflect lofty ideals but constitute concrete commitments, both authors have most effectively analysed the legal character and the socio-political implications of international documents pertaining to intercultural education.
I would like to see this publication reach many policy-makers, teachers and educators. I recommend it for widespread and frequent use and reference, as well as a means of information, orientation, motivation and guidance.
THEO VAN BOVEN,
Professor of Law and Member of the United Nations Committee on the Elimination of Racial Discrimination
About the authors
Pieter Batelaan is the past president of the IAIE and Editor in Chief of the European Journal of Intercultural Studies. He works as an international educational consultant and teacher trainer. His main areas of interest are school development, cooperative learning, and intercultural education.
HUMAN RIGHTS EDUCATION
A selection of articles from relevant documents, adopted by the governments of member states
of the United Nations, UNESCO, the Organisation on Security and Co-operation in Europe, and the Council of Europe
PREFACE
The demographic and cultural composition of societies is rapidly changing as a result of greater mobility of peoples and persons. Ethno-centrism, racism and xenophobia constitute a serious threat to the life and well-being of many societies and to the dignity and worth of human beings. Governments and international organizations, notably the United Nations and the Council of Europe, have repeatedly stated in imperative terms that the speedy and comprehensive elimination of all forms of racism and racial discrimination, xenophobia and related intolerance is a priority. In this framework the role of intercultural education is of crucial importance and should be promoted by all available means with the aim to fostering tolerance, understanding and respect among peoples, groups and individual persons.
Many international documents, building upon the philosophy and the contents of the Universal Declaration of Human Rights, give further content to the common standards proclaimed in this Declaration and stress teaching and education as effective means to shape these standards into reality. It is unfortunate that most of these international texts are not sufficiently known and are largely ignored. It is the great merit of this publication, designed and compiled by Pieter Batelaan and Fons Coomans, that it envizages filling this gap of ignorance and neglect.
From the perspective of the need for, and the great potential of, intercultural education, Batelaan and Coomans have made a comprehensive compilation of relevant articles from documents, adopted and subscribed to by member governments of the United Nations, UNESCO, the Organisation on Security and Co-operation in Europe, and the Council of Europe. Moreover, in order to convey the message that these instruments not only reflect lofty ideals but constitute concrete commitments, both authors have most effectively analysed the legal character and the socio-political implications of international documents pertaining to intercultural education.
I would like to see this publication reach many policy-makers, teachers and educators. I recommend it for widespread and frequent use and reference, as well as a means of information, orientation, motivation and guidance.
THEO VAN BOVEN,
Professor of Law and Member of the United Nations Committee on the Elimination of Racial Discrimination
About the authors
Pieter Batelaan is the past president of the IAIE and Editor in Chief of the European Journal of Intercultural Studies. He works as an international educational consultant and teacher trainer. His main areas of interest are school development, cooperative learning, and intercultural education.
Dalle LINEE GUIDA PER L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE UN MANUALE PER EDUCATORI PER CONOSCERE E IMPLEMENTARE L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE
DEFINIZIONI E DICHIARAZIONI
L’educazione interculturale è una prospettiva dell’educazione nata dalla constatazione che «le persone contemporanee vivono e interagiscono in un mondo sempre più globalizzato». È quindi essenziale che l’istruzione assicuri agli studenti la capacità di paragonare e di condividere le loro opinioni sul loro ruolo, in una società sempre più globalizzata e caratterizzata da numerose interconnessioni, oltre che di comprendere e discutere gli stretti legami esistenti tra i problemi comuni di ordine sociale, ecologico, politico ed economico, allo scopo di elaborare nuovi modi di pensare e di agire. Peraltro, l’educazione interculturale non deve essere accettata incondizionatamente, nella misura in cui l‘approccio ai problemi globali, nel quadro del processo educativo, comporta dilemmi, tensioni, dubbi diversi e diverse percezioni.
Esistono varie definizioni dell’educazione interculturale. La dichiarazione di Maastricht (2002) sostiene che:
L’educazione interculturale è «un’educazione che apre gli occhi ai cittadini sulle realtà del mondo e li impegna a partecipare alla realizzazione di un mondo più giusto e più equo, un mondo di diritti umani per tutti»
L’educazione interculturale «comprende l’educazione allo sviluppo, l’educazione ai diritti umani, l’educazione allo sviluppo sostenibile, l’educazione alla pace e alla prevenzione dei conflitti e l’educazione interculturale in quanto elementi globali dell’educazione alla cittadinanza».
Esistono numerosi documenti internazionali sullo sviluppo del concetto di EI. Qui di seguito ne elenchiamo alcuni che si concentrano, ciascuno a suo modo, su questo approccio e lo arricchiscono.
Dichiarazione universale dei diritti umani
L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
Articolo 26 Nazioni Unite, Conferenza Generale, San Francisco, 10 dicembre 1948.
www.un.org/education
Raccomandazione sull’educazione, per la comprensione, la cooperazione e la pace internazionali e l’educazione ai diritti umani e alle libertà fondamentali.
Associando tra loro l’apprendimento, la formazione, l’informazione e l’azione, l’educazione a vocazione internazionale dovrebbe favorire uno sviluppo cognitivo e appropriato dell’individuo. Dovrebbe, inoltre, sviluppare il senso delle responsabilità sociali e della solidarietà con i gruppi meno favoriti e il rispetto del principio di uguaglianza, nel comportamento quotidiano.
UNESCO, Conferenza generale, Parigi, 19 novembre 1974.
www.unesco.org/education
Agenda 21. Capitolo 36: Promozione dell’educazione, della sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della formazione
L’educazione, compreso l’insegnamento di tipo scolastico, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la formazione devono essere viste come un processo che consente agli esseri umani e alle società di realizzare interamente il loro potenziale. L’educazione svolge un ruolo critico decisivo per ciò che concerne la promozione di uno sviluppo sostebibile e il miglioramento della capacità degli individui di affrontare i problemi legati all’ambiente e allo sviluppo.
Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992.
www.un.org/esa/sustdev/documents
UNESCO - Dichiarazione e quadro di azione integrato, riguardante l’educazione alla pace, ai diritti umani e alla democrazia - Parigi 1995
L’educazione deve sviluppare la capacità di apprezzzare il valore della libertà e le competenze che permettano di rispondere alle sfide che ne derivano. Ciò implica la necessità di preparare i cittadini a gestire le situazioni difficili e incerte, di dotarli delle attitudini all’autonomia e alla responsabilitzzazione individuali richieste. Quest’ultima deve essere legata alla valutazione dell’impegno civico dell’associazione con altri, per risolvere i problemi e operare allo scopo di instaurare una società equa, pacifica e democratica.
UNESCO, Assemblea Generale- Parigi, Novembre 1995
www.unesco.org/education
Dichiarazione del Millennio, delle Nazioni Unite, 2000
Capitolo: Valori e principi
Siamo convinti che la sfida più importante che dobbiamo raccogliere attualmente consiste nel fare in modo che la globalizzazione diventi una forza positiva per tutta l’umanità. Infatti oggi, pur offrendo immense possibilità, i benefici e gli oneri che comporta sono distribuiti in modo molto ineguale. Siamo coscienti del fatto che i paesi in via di sviluppo e quelli in fase di transizione devono superare particolari difficoltà per affrontare questa grande sfida. La globalizzazione non porterà quindi vantaggi equamente distribuiti, se non a condizione che venga compiuto uno sforzo ampio e significativo per costruire un avvenire comune, sempre che tutti vi partecipino come esseri umani, restando fedeli a tutte le loro diversità.
Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, New York, 8 settembre 2008.
www.un.org/millenniumgoals
Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione al servizio dello sviluppo sostenibile 2005-2014
La visione di base dell’educazione al servizio dello sviluppo sostenibile è quella di un mondo in cui ognuno abbia la possibilità di beneficiare dell’istruzione, di acquisire i valori, i comportamenti e i modi di vivere necessari per assicurare un avvenire sostenibile e una trasformazione positiva della società.
Nazioni Unite per l’educazione al servizio dello sviluppo sostenibile – Piano internazionale di realizzazione, gennaio 2005.
www.unesco.org/education
Consensus europeo in tema di sviluppo: il contributo dell’educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione, 2007
L’obiettivo dell’educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione è dare la possibilità a ogni individuo in Europa di avere accesso, nel corso di tutta la vita, alle opportunità di conoscere e capire questioni in tema di sviluppo globale e la loro importanza a livello locale e personale, e di mettere in pratica i loro diritti e le loro responsabilità in quanto cittadini di un mondo interdipendente e in cambiamento, lottando per un mondo giusto ed equo.
http://ec.europa.eu/development/icenter/repository/PUBLICATION_CONSENSUS_EN-067-00-00.pdf
Anno europeo del dialogo interculturale 2008 Articolo 2: Obiettivi
http://ec.europa.eu/culture/portal/events/current/dialogue2008
Libro bianco sul dialogo interculturale del Consiglio d’Europa giugno 2008
L’approccio interculturale offre un modello di gestione della diversità aperto sul futuro e propone una concezione basata sulla dignità umana di ogni individuo e sull’idea di un’umanità e di un destino comuni. Se dobbiamo costruire un’identità europea, questa deve poggiare su valori fondamentali condivisi, sul rispetto del nostro patrimonio comune e della diversità culturale e sulla dignità di ogni individuo. In questo contesto, al dialogo interculturale è assegnato un ruolo importante: da un lato esso deve prevenire le fratture di natura etnica, religiosa, linguistica e culturale; dall’altro lato, deve permetterci di progredire insieme, di riconoscere le nostre diverse identità in modo costruttivo e democratico, partendo da valori universali condivisi.
http://www.coe.int/t/dg4/intercultural
Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione alla cittadinanza democratica e sull’educazione a i diritti umani (adottata dal Comitato dei Ministri l’11 maggio 2010)
L’educazione alla cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani sono strettamente legate tra loro e si confrontano reciprocamente. L’educazione alla cittadinanza democratica mette essenzialmente l’accento sui diritti e sulle responsabilità democratiche e sulla partecipazione attiva riguardante i rapporti con gli aspetti civici, politici, sociali, economici, giuridici e culturali della società, mentre l’educazione ai diritti umani interessa la più vasta gamma dei diritti e delle libertà fondamentali in tutte le loro accezioni.
Raccomandazione CM/Rec (2011) 4 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sull’educazione all’interdipendenza e solidarietà globali (adottata dal Comitato dei Ministri il 5 maggio 2011 al millecentotredicesimo incontro dei Rappresentanti dei Ministri).
La Raccomandazione sull’educazione all’interdipendenza e solidarietà globali costituisce il primo standard legale europeo sull’educazione interculturale.
DEFINIZIONI E DICHIARAZIONI
L’educazione interculturale è una prospettiva dell’educazione nata dalla constatazione che «le persone contemporanee vivono e interagiscono in un mondo sempre più globalizzato». È quindi essenziale che l’istruzione assicuri agli studenti la capacità di paragonare e di condividere le loro opinioni sul loro ruolo, in una società sempre più globalizzata e caratterizzata da numerose interconnessioni, oltre che di comprendere e discutere gli stretti legami esistenti tra i problemi comuni di ordine sociale, ecologico, politico ed economico, allo scopo di elaborare nuovi modi di pensare e di agire. Peraltro, l’educazione interculturale non deve essere accettata incondizionatamente, nella misura in cui l‘approccio ai problemi globali, nel quadro del processo educativo, comporta dilemmi, tensioni, dubbi diversi e diverse percezioni.
Esistono varie definizioni dell’educazione interculturale. La dichiarazione di Maastricht (2002) sostiene che:
L’educazione interculturale è «un’educazione che apre gli occhi ai cittadini sulle realtà del mondo e li impegna a partecipare alla realizzazione di un mondo più giusto e più equo, un mondo di diritti umani per tutti»
L’educazione interculturale «comprende l’educazione allo sviluppo, l’educazione ai diritti umani, l’educazione allo sviluppo sostenibile, l’educazione alla pace e alla prevenzione dei conflitti e l’educazione interculturale in quanto elementi globali dell’educazione alla cittadinanza».
Esistono numerosi documenti internazionali sullo sviluppo del concetto di EI. Qui di seguito ne elenchiamo alcuni che si concentrano, ciascuno a suo modo, su questo approccio e lo arricchiscono.
Dichiarazione universale dei diritti umani
L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
Articolo 26 Nazioni Unite, Conferenza Generale, San Francisco, 10 dicembre 1948.
www.un.org/education
Raccomandazione sull’educazione, per la comprensione, la cooperazione e la pace internazionali e l’educazione ai diritti umani e alle libertà fondamentali.
Associando tra loro l’apprendimento, la formazione, l’informazione e l’azione, l’educazione a vocazione internazionale dovrebbe favorire uno sviluppo cognitivo e appropriato dell’individuo. Dovrebbe, inoltre, sviluppare il senso delle responsabilità sociali e della solidarietà con i gruppi meno favoriti e il rispetto del principio di uguaglianza, nel comportamento quotidiano.
UNESCO, Conferenza generale, Parigi, 19 novembre 1974.
www.unesco.org/education
Agenda 21. Capitolo 36: Promozione dell’educazione, della sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della formazione
L’educazione, compreso l’insegnamento di tipo scolastico, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la formazione devono essere viste come un processo che consente agli esseri umani e alle società di realizzare interamente il loro potenziale. L’educazione svolge un ruolo critico decisivo per ciò che concerne la promozione di uno sviluppo sostebibile e il miglioramento della capacità degli individui di affrontare i problemi legati all’ambiente e allo sviluppo.
Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992.
www.un.org/esa/sustdev/documents
UNESCO - Dichiarazione e quadro di azione integrato, riguardante l’educazione alla pace, ai diritti umani e alla democrazia - Parigi 1995
L’educazione deve sviluppare la capacità di apprezzzare il valore della libertà e le competenze che permettano di rispondere alle sfide che ne derivano. Ciò implica la necessità di preparare i cittadini a gestire le situazioni difficili e incerte, di dotarli delle attitudini all’autonomia e alla responsabilitzzazione individuali richieste. Quest’ultima deve essere legata alla valutazione dell’impegno civico dell’associazione con altri, per risolvere i problemi e operare allo scopo di instaurare una società equa, pacifica e democratica.
UNESCO, Assemblea Generale- Parigi, Novembre 1995
www.unesco.org/education
Dichiarazione del Millennio, delle Nazioni Unite, 2000
Capitolo: Valori e principi
Siamo convinti che la sfida più importante che dobbiamo raccogliere attualmente consiste nel fare in modo che la globalizzazione diventi una forza positiva per tutta l’umanità. Infatti oggi, pur offrendo immense possibilità, i benefici e gli oneri che comporta sono distribuiti in modo molto ineguale. Siamo coscienti del fatto che i paesi in via di sviluppo e quelli in fase di transizione devono superare particolari difficoltà per affrontare questa grande sfida. La globalizzazione non porterà quindi vantaggi equamente distribuiti, se non a condizione che venga compiuto uno sforzo ampio e significativo per costruire un avvenire comune, sempre che tutti vi partecipino come esseri umani, restando fedeli a tutte le loro diversità.
Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, New York, 8 settembre 2008.
www.un.org/millenniumgoals
Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione al servizio dello sviluppo sostenibile 2005-2014
La visione di base dell’educazione al servizio dello sviluppo sostenibile è quella di un mondo in cui ognuno abbia la possibilità di beneficiare dell’istruzione, di acquisire i valori, i comportamenti e i modi di vivere necessari per assicurare un avvenire sostenibile e una trasformazione positiva della società.
Nazioni Unite per l’educazione al servizio dello sviluppo sostenibile – Piano internazionale di realizzazione, gennaio 2005.
www.unesco.org/education
Consensus europeo in tema di sviluppo: il contributo dell’educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione, 2007
L’obiettivo dell’educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione è dare la possibilità a ogni individuo in Europa di avere accesso, nel corso di tutta la vita, alle opportunità di conoscere e capire questioni in tema di sviluppo globale e la loro importanza a livello locale e personale, e di mettere in pratica i loro diritti e le loro responsabilità in quanto cittadini di un mondo interdipendente e in cambiamento, lottando per un mondo giusto ed equo.
http://ec.europa.eu/development/icenter/repository/PUBLICATION_CONSENSUS_EN-067-00-00.pdf
Anno europeo del dialogo interculturale 2008 Articolo 2: Obiettivi
- Gli obiettivi generali dell'Anno europeo del dialogo interculturale consistono nel contribuire a (…) sensibilizzare tutte le persone che vivono nell’UE, in particolare i giovani, sul fatto che è importante sviluppare una cittadinanza europea attiva e aperta al mondo, rispettosa della diversità culturale e basata sui valori comuni dell’UE previsti all’articolo 6 del trattato UE e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE (…)
- Gli obiettivi particolari dell’Anno europeo del dialogo interculturale sono i seguenti: (…) rinforzare il ruolo dell’educazione, quale importante vettore di apprendimento e della diversità, accrescere la comprensione delle altre culture, sviluppare le competenze e le migliori pratiche sociali e mettere in luce il ruolo centrale dei media, per la promozione del principio di uguaglianza e di mutua comprensione.
http://ec.europa.eu/culture/portal/events/current/dialogue2008
Libro bianco sul dialogo interculturale del Consiglio d’Europa giugno 2008
L’approccio interculturale offre un modello di gestione della diversità aperto sul futuro e propone una concezione basata sulla dignità umana di ogni individuo e sull’idea di un’umanità e di un destino comuni. Se dobbiamo costruire un’identità europea, questa deve poggiare su valori fondamentali condivisi, sul rispetto del nostro patrimonio comune e della diversità culturale e sulla dignità di ogni individuo. In questo contesto, al dialogo interculturale è assegnato un ruolo importante: da un lato esso deve prevenire le fratture di natura etnica, religiosa, linguistica e culturale; dall’altro lato, deve permetterci di progredire insieme, di riconoscere le nostre diverse identità in modo costruttivo e democratico, partendo da valori universali condivisi.
http://www.coe.int/t/dg4/intercultural
Carta del Consiglio d’Europa sull’educazione alla cittadinanza democratica e sull’educazione a i diritti umani (adottata dal Comitato dei Ministri l’11 maggio 2010)
L’educazione alla cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani sono strettamente legate tra loro e si confrontano reciprocamente. L’educazione alla cittadinanza democratica mette essenzialmente l’accento sui diritti e sulle responsabilità democratiche e sulla partecipazione attiva riguardante i rapporti con gli aspetti civici, politici, sociali, economici, giuridici e culturali della società, mentre l’educazione ai diritti umani interessa la più vasta gamma dei diritti e delle libertà fondamentali in tutte le loro accezioni.
Raccomandazione CM/Rec (2011) 4 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sull’educazione all’interdipendenza e solidarietà globali (adottata dal Comitato dei Ministri il 5 maggio 2011 al millecentotredicesimo incontro dei Rappresentanti dei Ministri).
La Raccomandazione sull’educazione all’interdipendenza e solidarietà globali costituisce il primo standard legale europeo sull’educazione interculturale.
L'attività interculturale con il prof. Vitor Costa, direttore del centro di formazione Cref di Sesimbra
Activinspire è uno dei programmi più diffusi per le funzionalità interattive delle LIM, il prof. Costa ci ha mostrato lezioni che utilizzano funzioni poco conosciute ma decisamente molto coinvolgenti per i ragazzi. Il presupposto teorico è che il primo obiettivo è far sentire parte di un gruppo tutti i ragazzi, a maggior ragione quelli che sono inseriti in un contesto culturale diverso dal proprio. Ogni elemento visualizzato consente un'operazione di collegamento o ad una parola o ad un'immagine ecc..
Di seguito qualche esempio, le immagini ovviamente non consentono l'interattività e non mostrano le icone in movimento ma rendono l'idea del percorso.
Di seguito qualche esempio, le immagini ovviamente non consentono l'interattività e non mostrano le icone in movimento ma rendono l'idea del percorso.
Le attività proposte ai ragazzi le abbiamo svolte anche noi, l'uso delle tecnologie consente un coinvolgimento attivo e superano l'approccio della lezione tradizionale, improponibile nella fase del primo inserimento di allievi che non parlano la lingua del paese di inserimento. Di seguito un'attività svolta in gruppo che ha suggerito molti elementi di riflessione sugli stereotipi e le paure indotte nei confronti della diversità.
Un'attività per imparare la lingua portoghese da aprire con il programma ActivInspire.